Energia pulita: a Peccioli il nuovo impianto modello che trasforma gli scarti in biometano
Dopo Montespertoli, ecco Peccioli. Un’altra inaugurazione, un altro impianto che parte, ancora un biodigestore anaerobico per trasformare i rifiuti organici in biogas. In pochi mesi la Toscana ha compiuto un importante passo avanti nel percorso dell’economia circolare. L’ultimo tassello di questo progetto è stato collocato alla fine di giugno, quando in mezzo alle colline dell’Alta Valdera, la società Albe, una joint venture partecipata al 50% da Alia Multiutility e al 50% da Belvedere, ha inaugurato un nuovo impianto, tecnologicamente avanzato, per il recupero della frazione organica dei rifiuti solidi urbani. L’impianto, che si trova all’interno del polo della società Belvedere, è un moderno biodigestore anaerobico in grado di trattare annualmente 97.000 tonnellate di rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata della frazione organica, oltre a 8.000 tonnellate di verde derivante da sfalci e potature, che daranno origine a 8 milioni di metri cubi di biometano e a 18.000 tonnellate di ammendante compostato misto da poter utilizzare in agricoltura. Il nuovo impianto di Peccioli, insieme a quello simile inaugurato lo scorso maggio, sempre da Alia Multiutility, all’interno del polo di Casa Sartori a Montespertoli (4 biodigestori con capacità di trattare fino a 160.000 tonnellate di rifiuti da raccolte differenziate e di produrre 12 milioni di metri cubi di biometano e 35.000 tonnellate di compost), consentirà l’autosufficienza dei Comuni della Toscana centrale e di quella costiera, che potranno dunque trattare internamente il 100% di frazione organica da rifiuti solidi urbani e verde. L’impianto di Peccioli si sviluppa su una superficie di circa 3 ettari, comprende 4 capannoni industriali e altri manufatti impiantistici e prevede 9 sezioni diverse di lavorazione. La struttura, realizzata con un investimento economico di 71 milioni di euro, entrerà a regime nel corso del 2025, ed è stata concepita come ‘aperta’ agli utenti, con lo scopo di evidenziare la missione dell’impianto stesso: recuperare materia preziosa e produrre energie rinnovabili. Con l’obiettivo di valorizzare l’inserimento del nuovo impianto nel bellissimo contesto delle colline dell’Alta Valdera si è scelto di utilizzare i capannoni come base per due opere d’arte di artisti di fama internazionale. Il capannone del compostaggio da 12.000 metri quadri ospita sulla copertura l’opera ‘Germoglio’ dell’artista Remo Salvadori. Sempre sul capannone del compostaggio, ma sulla facciata lunga oltre 200 metri, l’artista David Tremlet ha realizzato l’opera pittorica ‘Untitled’ utilizzando colori - l’ocra, il rosa, il marrone e le diverse gradazioni di grigio - che rimandano alle colline circostanti.