07 marzo 23 alle 08:00

Multiutility toscana: facciamoci un nome

A due mesi dalla nascita – 26 gennaio u.s. – nel percorso creativo per definire il nome della multiutility della Toscana, si avvia una campagna di ascolto del territorio e delle persone, coinvolgendo scuole, cittadini e dipendenti stessi che potranno proporre nomi in grado di rappresentare il nuovo soggetto industriale. La campagna, aperta fino al prossimo 15 marzo; permette di proporre fino a 5 nomi diversi per ogni partecipante, rispettando determinati criteri pubblicati sul portale www.aliaserviziambientali.it, sui canali social aziendali ed i mezzi di informazione.

La Multiutility dei servizi pubblici, attiva nei settori di ambiente, ciclo idrico integrato ed energia, è nata dalla sottoscrizione dell’atto di fusione della nuova azienda da parte di Alia Servizi Ambientali, Publiservizi, Consiag e Acqua Toscana. La multiutility toscana mira a consolidare un settore industriale strategico, colmando un forte ritardo rispetto ai processi di fusione già da tempo realizzati dalle regioni del nord e del centro Italia, mantenendo su questo territorio tutte le leve strategiche e decisionali sui processi industriali e le relative ricadute di natura economica e sociale.
La nuova struttura societaria è costituita dai Comuni di Firenze (37,1%), Prato (18,1%), Pistoia (5,54%) Empoli (3,4%) ed altri comuni toscani (35,9%). Nel primo nucleo di aggregazione, la nuova società deterrà circa il 40% delle quote di Estra, il 58% di Publiacqua, il 19% di Acque Spa ed il 31% di Toscana Energia. Viene costituito un player integrato nei settori ambiente, energia e ciclo idrico, da circa 700M€ di ricavi, con un Ebidta di 170M€, investimenti per 170 M€/anno.
In occasione dell’assemblea dei soci di Alia Servizi Ambientali – Multiutility Toscana è stato deliberato l’ampliamento del numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione ad 11 membri; da cronoprogramma, nei prossimi mesi è previsto un primo aumento di capitale per 1,2 billion per permettere l’ingresso di altri azionisti pubblici, con un bacino potenziale di 3 miliardi di fatturato a livello regionale ed oltre 4 miliardi considerando le regioni limitrofe, con l’apertura al mercato azionario nel 2024.